Ecuador III

Baños e Cuenca

Ultimo capitolo dei miei spostamenti in Ecuador, e vi lascio con due città tra loro ben differenti: la prima, Baños, è la meta ideale per sentir scorrere l’adrenalina nelle vostre vene, se ve la sentite di buttarvi da un ponte o arrampicarvi al lato di una cascata; la seconda, Cuenca, è decisamente più rilassante. 

BAÑOS

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Vista di Baños dalla croce Bellavista

Situata nel mezzo delle montagne e circondata da fiumi, cascate, strapiombi. Ci ho dedicato solamente due mezza giornate, quindi non ho avuto il tempo per nessuna attività “estrema”, ma semmai mi venga voglia di lanciarmi da un ponte (e ripeto, non l’ho fatto per mancanza di tempo), so dove andare.

Arrivo a Baños verso le due, e nel pomeriggio passeggio per il centro e salgo a la cruz Bellavista, da dove posso ammirare la città e i dintorni, accompagnata dal silenzio e da una leggera brezza rinfrescante. L’indomani decido di avventurarmi per conto mio nel cammino delle cascate, quindi noleggio una bici, monto in sella e parto. Nonostante avessi deciso di investire un paio di dollari extra per una bici migliore (e perché quelle da 5$ erano troppo piccole per il mio metro e settantasei), grazie alla mia solita fortuna nei dettagli, mi capita la bici a cui non funzionano le marce. E che cigola ad ogni pedalata.

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El pailón del Diablo

Il percorso è lungo circa 25 km, quasi tutto in discesa, e vi si possono ammirare circa sette cascate; l’ultima, el pailón del Diablo, è spettacolare. Proprio prima di arrivare a quest’ultima cascata, faccio conoscenza con Fernando e Carolina, miei coetanei, di Quito. Si può scendere alla cascata da due lati: passando per il primo, più frequentato, si scendono dei gradini (considerati tra le scalinate più impressionanti al mondo) e si arriva sotto alla cascata; passando per il secondo, si attraversa un ponte sospeso e ci si ritrova di fronte alla cascata. Wow, è l’unica cosa che posso dire, cercare parole per descriverlo sarebbe tempo sprecato.
Risaliamo, beviamo un succo di canna da zucchero (yummi!), buttiamo le bici su un furgone e torniamo a Baños (davvero pensavate mi rifacessi il ritorno in bici?! Ah, illusi!). I ragazzi mi propongono di seguirli in un altro tour, ma purtroppo il tempo scarseggia, e devo dirigermi verso Cuenca, prima che faccia troppo buio.

CUENCA

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La piazza principale

Avendo calcolato male le tempistiche, invece di arrivare a Cuenca alle 8 di sera, vi arrivo quasi alle 10 (non erano sei ore scarse di viaggio, ma sette ore ben abbondanti), compro il biglietto per la seguente tappa del viaggio che mi vedrà attraversare la frontiera Ecuador-Perù in notturna, poi dalla stazione dei bus prendo un taxi e arrivo all’ostello Huakamama (7.50$ con colazione).

Il giorno dopo è domenica, e ci sarebbe la possibilità di visitare un mercato ad un’ora di autobus dal centro, ma sono talmente stufa di star seduta su un bus, e pensando al viaggio notturno che mi aspetta più tardi, che decido di restare a poltrire in ostello e sfruttare il letto fino all’ultimo minuto prima del check out.

Quando mi tocca abbandonare le coperte, dedico un paio d’ore alla scoperta della città, passeggiando tra viuzze nascoste e mercati artigianali (dove compro, finalmente, un cappello, dopo settimane di surriscaldamento del cervello).

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Relax in riva al fiume, per testare la resistenza del mio nuovo acquisto

La sera impacchetto di nuovo tutto, torno alla stazione e salgo sul bus che mi porterà a Máncora, dall’altra parte del confine, dove mi ritroverò di nuovo in mezza alla Panamericana, stavolta alle 5 del mattino. Ma questa è un’altra storia.

Stay tuned!

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